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Il paese dei Murales, così viene spesso definito Orgosolo, il piccolo centro della Barbagia famoso in tutto il mondo per i dipinti che adornano le vecchie case del centro storico, ma anche edifici di nuova costruzione, piazze e muri del paese. I Murales di Orgosolo narrano di storia, di politica, di vita quotidiana, ma soprattutto di tradizione e di Sardegna, immagini che raccontano la storia centenaria di Orgosolo.
Arrivo e cena tipica con pernottamento in un “pinnettu” nel rigoglioso Supramonte, immersi nel silenzio dei boschi di lecci, ginepri e nella macchia di corbezzoli, mirto e le splendide fioriture di peonia, genziana e rosa selvatica.
Visitare il centro storico del paese per passeggiare tra i Murales di Orgosolo ed un’escursione nella natura più selvaggia del Supramonte di Orgosolo sono i motivi che meritano di trascorrere un fine settimana in un luogo denso di energia. Il paese fa parte dei “piccoli borghi dipinti” d’Italia. I dipinti, risalenti in parte alla fine degli anni Sessanta, raccontano l’impegno dei pastori nella difesa delle loro terre, la vita quotidiana nella Barbagia e inneggiano alla pace tra i popoli. Passeggiare tra i murales significa rivivere decenni di cultura Sarda, lotte popolari e avvenimenti storico-politici. Un’escursione nel Supramonte significa fare un salto nel passato di 1000 anni, e immergersi in una natura incontaminata e selvaggia.
Nel Supramonte di Orgosolo esiste ancora uno degli ultimi lembi di “Foresta Primaria” presenti in Europa e anche per questo presenta una particolare ricchezza dal punto di vista floristico. Gli innumerevoli percorsi e itinerari che ci regala il Supramonte aspettano solo di essere scoperti: accompagnati da una guida esperta recuperiamo i ritmi naturali della camminata in montagna, tra i vari siti archeologici e naturalistici, da percorrere a seconda delle proprie passioni ed esigenze. Infatti non saremo soli ma accompagnati anche da un asinello per un cosiddetto “Trekking someggiato”.
Ma si fa ora di pranzo e vivremo l’emozione di assaporare i cibi genuini e fatti in casa dell’antica tradizione agropastorale, immersi nella natura, sotto l’ombra dei lecci secolari nella maestosa catena del Supramonte di Orgosolo. Il tutto accompagnato dall’immancabile vino cannonau locale.
Orgosolo rappresenta l’unico paese in Sardegna, e probabilmente dell’Italia intera, in cui viene svolto l’intero ciclo di lavorazione della seta, dalla schiusa del seme dei bachi al capo finito. Prima di tutto l’allevamento del baco da seta razza “Orgosolo“, unico nel suo genere. In seguito, la lavorazione e la tessitura della seta necessaria per confezionare “su lionzu”, copricapo del costume tradizionale femminile di Orgosolo. Tappa quindi immancabile da Tramas de Seda, un laboratorio familiare per la produzione e lavorazione della seta, un luogo che profuma di antico, dove tradizione e cultura si incontrano.
Il Cannonau è il vitigno a bacca nera più diffuso della Sardegna e certamente il più conosciuto al di fuori dell’Isola. Viene coltivato su tutto il territorio regionale, ma la maggiore concentrazione si trova nell’area del Nuorese e dell’Ogliastra.
Riprendiamo la strada del ritorno e camminare, si sa, fa bene ma fa anche venire sete. Cosa di meglio che una sosta al rientro in paese dagli amici della Cantina di Orgosolo?
La cantina coinvolge 19 piccoli produttori tutti di Orgosolo. La nascita della società, nel 2007, si deve all’intraprendenza di alcuni dei soci, ma il successo e lo sviluppo sono dovuti alla comune volontà di “produrre e commercializzare un vino di qualità legato al territorio di Orgosolo”.
La zona di produzione dei vigneti si estende tra le vallate di Locoe e Sorasi e l’età media si aggira sui 35 anni, mentre l’altitudine è di 400-500 metri s.l.m. Si utilizzano metodi tradizionali a basso impatto ambientale e con basse rese ad ettaro (35/40 q.li), le uve vengono vinificate prevalentemente in purezza o qualche volta in uvaggio con altre autoctone a bacca rossa (Muristellu).
“Ascolteremo” sorsi di Cannonau accompagnati fra i vigneti e, se ci farà piacere, potremo fermarci anche per una cena, avvertendo per tempo.
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